Il Dunnottar Castle dal gaelico scozzese “Dun Fhoithear”, significa “forte sulla pista caduta” si trova vicino Stonehaven, sulla costa orientale della Scozia, poco distante da Aberdeen. E’ collegato alla terra ferma soltanto da un piccolo istmo e gode di una posizione difensiva straordinaria. Si erge su uno sperone roccioso a picco sul Mare del Nord, a circa 50m d’altezza, a strapiombo sulle scogliere che affacciano sulla Tornyhive Bay.

Un tempo l’unica via d’accesso dalla terra ferma era uno stretto sentiero in pendenza che si snodava lungo la roccia, il Fiddlehead, eliminato di proposito per proteggere il Castello. Fu creata una nuova via d’accesso, tagliata nella roccia. Questo stretto percorso è stato ideato per scoraggiare qualsiasi aggressore; contorto e pieno di angoli ciechi, ha reso facile per gli arcieri colpire i maleintenzionati.

Percorrerre questo sentiero, oggi reso più agibile, è stato estremamente suggestivo. Sembra di scendere fino al centro della terra! Più ci addentravamo lungo il percorso, più restavamo allibiti della incredibile bellezza di questo luogo.


Dopo il varco d’ingresso, un viottolo sterrato conduce ad un punto panoramico stupefacente! Il camminamento in discesa, percorribile con più facilità grazie alla presenza dei gradini, porta al livello della scogliera, dopodiché un breve e ripido sentiero sale verso il forte. Le viste mozzafiato mi hanno lasciata incredula e, per essere del tutto onesta, percorrere certi piccoli sentieri a strapiombo sulla scogliera, mi hanno messo un pò d’ansia oltre che riempita di adrenalina. Un paio di volte ho pensato che se fossi scivolata, sarei finita di sotto!

Arrivati a destinazione, vedrete vari edifici, alcuni riconoscibili, altri ridotti a ruderi, tutti disseminati su un prato esteso, intorno ad una corte e che lasciano immaginare le ampie, anzi oserei dire immense, dimensioni della roccaforte. In realtà non sappiamo se queste costruzioni sparse abbiano mai costituito un castello vero e proprio, forse è più probabile che siano state parte di una cittadella fortificata, che è stata teatro di molte vicende importanti della storia scozzese.

Ho dovuto fare ben 3 tentativi prima di riuscire a visitarlo! La prima volta era coperto da una coltre di nebbia, dentro cui scompariva e non è stato possibile accedervi. Quando le condizioni meteo non sono le migliori, il Dunnottar, viene chiuso per ragioni di sicurezza. Vi suggerisco di controllare sempre prima di andare, sul loro sito ufficiale! La seconda volta siamo arrivati troppo vicino all’orario di chiusura, ma la 3 volta è stata quella fortunata!! Come si dice non c’è 2 senza 3! Sole, cielo limpido e nuvole soffici hanno fatto da sfondo alla nostra visita! Il Dunnottar sembrava uscito da un dipinto!
Il Castello è privato e legato all’ente dell’Historical Houses, trovare un pass per entrare gratis, sarà un pochino complicato. Il costo del biglietto è £7 sterline.


Al Castello di Dunnottar, Franco Zeffirelli ha ambientato la sua trasposizione cinematografica dell’Amleto. Un film che vede come protagonisti attori del calibro di Mel Gibson e Glenn Close. Se non lo avete visto, ve lo consiglio caldamente, quanto meno per le viste del castello!

Sarete liberi di girovagare tra le rovine frutto dei bombardamenti, assaporando ogni aspetto ed immaginando la vita qui, tanti secoli fa. Toccherete i resti di mura che hanno vissuto storie, battaglie, assedi ma, anche vita vissuta tra agio e splendori. Del castello restano le rovine che con tenacia hanno resistito all’effetto che su di esse hanno avuto le intemperie quali vento e mare, che non sono state clementi con il Dunnottar nei secoli! Ancora oggi è pieno di fascino e mistero. Sedetevi sull’erba e guardatelo, immaginandolo in tutto il suo splendore!
Cosa vedere durante la visita:
Una delle rovine più interessanti è la Tower House del XIV secolo, letteralmente un piccolo castello all’interno del castello. La tradizione della Tower House era unica in Scozia e rappresentava un incrocio tra un palazzo nobiliare ed una residenza fortificata. La torre è un ottimo esempio degli alloggi di lusso che, si aggiungevano ad una fortezza medievale.

Il Palazzo sarebbe stato costruito nei primi anni del XVII secolo, progettato in stile inglese, in una posizione di eccezione per massimizzare le viste spettacolari sulla costa vicina. Era pieno di grandi cucine, di un laboratorio di panetteria e di una birreria. Le sistemazioni erano tutte degne di un re.

Il leggendario William Wallace rinchiuse i soldati inglesi nella cappella ed appiccò il fuoco che, distrusse quasi interamente l’edificio. Le rovine attuali risalgono al tempio, ricostruito dalla famiglia Earls Marischal.

Camminate tra i resti della navata della cappella e provate ad immaginare come si sono sentiti i soldati bloccati lì dentro, uccisi dal fuoco e dal fumo! Una sensazione che ancora oggi quando ci ripenso, mi fa venire i brividi.


Il Palazzo Moderno edificato tra il 1580 ed il 1650 con al suo interno le stanze dei domestici e dei salotti. La struttura confina con la Cappella e si affaccia sulla piazza erbosa dove si trova una cisterna in cui veniva accumulata l’acqua.

Addentrandovi nel palazzo potrete scendere al piano inferiore ed osservare una serie di celle anguste e con scarsa lunimosità, che offrono viste uniche sulla baia.

Vedrete tante rovine di quello che un tempo fu un luogo magnificente: la cisterna, lo spiazzo, le celle, la prigione, la Waterton’s Lodging conosciuta come the Priest’s House.
Resti di edifici ancora stupendi vi rapiranno e poi ancora, l’entrata della segreta, gabbiani in volo e piccole colonie di uccelli marini che, volano liberi sopra distese di cardi fioriti e di verde brillante, che riposano tranquilli sulle rocce delle scogliere nella baia tutt’intorno.
Misteriose Presenze:
Si parla anche di misteriose presenze al Dunnottar Castle, la più famosa è “The Lady in a Green plaid”, vista spesso nei pressi della panetteria, in cerca di un bambino scomparso. Si sposta fino alla birreria e poi la si vede scomparire. Probabilmente questo bambino è uno dei Pitti che nel 5 secolo la convertì dalla sua religione al cristianesimo.
Altri fantasmi legati al castello sono un cane da caccia e un alto uomo scandinavo, che guarda in direzione del mare, aspettando qualcosa o qualcuno. Altri raccontano di rumori in altre parti del castello, dove apparentemente non c’è nessuno.
Come potete vedere c’è davvero molto da esplorare, all’interno di questa roccaforte, angoli misteriosi, porte nascolte e piccoli cancelli che si addentrano in stanze ormai in rovina. Abbiate pazienza ed esplorate, perchè dietro ogni angolo si può nascondere qualcosa di interessante da scovare!
Un accenno alla sua storia travagliata:
La roccia su cui sorge il castello si è formata 440 milioni di anni fa. Costituita da un conglomerato di roccia rossa e massi grandi fino ad 1 metro, noti come “The Pudding Stone” incredibilmente resistenti.
Gli archeologi con la datazione al carbonio hanno dimostrato che i Pitti vivevano poco più a nord del castello e questa è la prova della loro più antica fortezza, che sia mai stata scoperta, risalente addirittura al III secolo. Sembra che San Ninian, uno dei primi missionari di quel popolo, abbia costruito a Dunnottar nel IV secolo un luogo di culto.
E’ qui che nel IX secolo Re Donald II di Scozia venne ucciso dai Vichinghi, che hanno continuato per molto tempo a distruggere il castello.
Nel 1276 sullo stesso luogo di culto eretto da St. Ninian, fu costruita e consacrata una nuova chiesa in pietra in stile normanno da W. Wishart.
Nel 1297 durante la Guerra d’Indipendenza forze scozzesi sotto il comando di William Wallace catturarono il castello. La guarnigione inglese all’interno si rifugiò nella chiesa, ma, Wallace bruciò la chiesa con tutti i soldati e distrusse il castello. Furono molte e sanguinose le lotte per l’indipenza della Scozia dall’Inghilterra! Vedrete anche un pozzo dei desideri pieno di monetine.
Dal XIV secolo in poi il Dunnottar Castle fu la sede della famiglia Keith, una delle più potenti della Scozia. Il Castello di Stirling occupato dagli inglesi, era assediato dagli scozzesi. Il re inglese Edoardo II, fece degli sforzi sovrumani per riprenderlo e mise insieme un grande esercito, che fu sconfitto in una battaglia campale da un esercito più esiguo, comandato dal re della Scozia, Robert the Bruce.
Nel 1392 che Sir William Keith costruì la Tower House, i cui resti sono visibili ancora oggi. Egli era ben consapevole dell’importanza difensiva del sito e decise quindi di erigere il castello sul promontorio, sostituendo le fortificazioni originali in legno, con costruzioni in pietra. Venne eretta una nuova chiesa nei pressi di Stonehaven, mentre l’originale dentro il forte, venne trasformata in cappella privata della famiglia e tutt’intorno sorsero alloggi, stalle, caserme e magazzini. Dunnottar divenne una delle fortezze più importanti del Regno scozzese e i Keith, divenuti Earl Marischals, sovrintendevano tutte le cerimonie di corte e custodivano i gioielli della corona scozzese, gli Honours of Scotland. Questo periodo storico vede Dunnottar ai massimi splendori, ma due eventi tragici lo renderanno ancora più famoso.
Nel 1651 l‘esercito di Cromwell assediò il Castello che ha resistito per otto mesi, cadendo poi nel 1652 sotto il fuoco dei cannoni. I gioielli della Corona Scozzese e le carte private di Re Carlo II che erano lì nascosti, furono contrabbandati fuori dal castello, prima della resa. Si narra che il reverendo Grainger della vicina parrocchia di Kineff architettò un piano audace. Sua moglie Christine era un’amica intima della moglie del Governatore Ogilvy, comandante responsabile dell’assedio all’interno del castello. Christine Granger era in avanzato stato di gravidanza e in queste condizioni cavalcò fino alle truppe inglesi che stavano bombardano Dunnottar.
Ella chiese al comandante inglese Overton, sostenendo che un gentiluomo avrebbe risparmiato le donne dalla guerra, di visitare una sua amica all’interno del castello per darle supporto morale. Overton era troppo gentile ed ingenuo e così lasciò entrare Christine Granger nel forte assediato. Una volta entrata ella, avvolse la Corona Scozzese sotto la gonna e nascose il globo e lo scettro nel fuso (uno strumento utilizzato per la filatura della lana). Gli onori scozzesi e le carte private furono così trafugati dal castello e nascosti sotto il pavimento della chiesa di Kinneff, dove rimasero fino alla restaurazione della monarchia nel 1660. In realtà ci sono diverse storie che potrete trovare su come questi beni furono trafugati che variano sia sui personaggi che nelle modalità, ognuna con il suo fascino e che lasciano questa parte della Storia scozzese, ancora, in parte, avvolta nel mistero.
Nel 1685 la Whigs Vault (cripta) è stata usata come una prigione; tante persone arrestate durante il regno di Carlo II, colpevoli di non aver riconosciuto l’autonomia del Re in ambito ecclesiastico, furono trasferiti da Edimburgo a Dunnottar e confinati nella Whigs Vault; molti qui trovarono la morte, altri furono deportati o cedettero modificando il loro credo ed altri che tentarono di fuggire furono crudelmente torturati.
Nel 1715 George Keith, 10° ed ultimo Marischals, è stato condannato a morte per tradimento per aver preso parte alla rivolta giacobita. Le sue proprietà, tra cui il Castello di Dunnottar, sono state sequestrate dal governo e non essendosi mai sposato, alla sua morte il titolo di Conte Marischal morì con lui.
In seguito alla confisca dei beni, il castello fu venduto alla York Mining Company, che portò via tutto!! Compresi i pavimenti, i soffitti e tutti i mobili lasciando solo un guscio vuoto. Nulla restava della magnificenza del forte, solo un flebile eco!

Il Castello fu salvato dalla rovina nel 1925 quando venne acquistato dalla famiglia Pearson. La 1° Viscontessa, Lady Cowdray ha iniziato un programma di ristrutturazione e successivamente ha aperto il castello al pubblico.
Potete raggiungere il castello anche tramite una bellissima passeggiata dal villaggio di Stonehaven, che vi farà imbattere in questa meraviglia di monumento. Se volete saperne di più, cliccate qui.

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Ps. Tutte le foto sono di proprietà di Ale Carini (Ally Blue) e Ivan Bladucci ©2017-2018 o concesse in uso dai legittimi proprietari. Vietato ogni uso. Scoziaon the road – 50 sfumature di viaggio
L’ha ribloggato su l'eta' della innocenza.
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